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I liquidatori e la notte dei morti viventi

C'è qualcosa di sinistro nel decreto legislativo sulle semplificazioni, anche se si dovrebbe trattare di un provvedimento completamente favorevole ai contribuenti. Alludiamo alle modifiche alle regole sulla responsabilità tributaria dei liquidatori delle società estinte (cioè cancellate dal registro delle imprese dopo la liquidazione). Le società che hanno terminato la fase di liquidazione dal punto di vista civilistico si estinguono alla data di cancellazione dal registro delle imprese, fatti salvi i diritti dei creditori di presentare richiesta ai soci per i propri crediti non soddisfatti entro il termine di un anno dalla cancellazione.

 

Dal punto di vista fiscale, invece, dopo il decreto di semplificazione riviviamo le traumatiche scene de «La notte dei morti viventi», il film cult del 1968. Questo provvedimento, infatti, ha previsto che le possibili attività di liquidazione, accertamento, contenzioso e riscossione possono avvenire per tutto il periodo dei cinque anni che seguono la cancellazione. A rispondere per tutti i debiti tributari, e non più solo per quelli relativi alle imposte sui redditi, sono i liquidatori (Dpr 602/73, articolo 36, comma 5) se non provano di aver rispettato la par condicio tra creditori e di non avere assegnato beni ai soci prima del soddisfacimento dei debiti fiscali.

È come dire che l'ex liquidatore deve aggirarsi come uno zombi per i cinque anni che fanno seguito alla cancellazione dal registro delle imprese, aspettando di sapere se il fisco avanzerà o meno pretese nei suoi confronti. Sarà anche difficile chiudere la liquidazione finale ripartendo integralmente le eventuali somme rimaste nell'attivo della società, visto che una provvista potrebbe servire proprio a far fronte alle richieste tributarie.

Non c'è che dire, quello del liquidatore diventa un compito veramente ingrato, soprattutto ora che, come mai in passato, la chiusura di imprese è una pratica tristemente diffusa.

Capiamo l'origine della nuova normativa: la paura è che le società possano sfuggire repentinamente dai radar del fisco grazie a una fulminea liquidazione. In realtà questo avviene nella maggior parte dei casi quando la società è completamente vuota, ad esempio perché è una semplice cartiera: ma in questo caso non ci sarà mai nulla da recuperare, soprattutto dal liquidatore, che sarà il solito ultra ottantenne nulla tenente. Insomma, la classica testa di legno a cui è anche inutile "sparare" come avveniva nel film.
Il risultato finale è il solito: nella confusione generale e nella difficoltà di scovare i pochi comportamenti illeciti si creano norme che fungano da argine o da deterrente e si finisce per complicare la vita anche alla maggioranza dei soggetti che si comportano in modo corretto.

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